Un’alternativa partecipata al piano del governo
Un piano ecofemminista per la gestione dei fondi europei per la ripresa, che fa tesoro dell’esperienza della pandemia ponendo al centro la medicina territoriale integrata, l’agricoltura agro-ecologica e solidale, la riduzione delle emissioni di tutti i gas climalteranti, la tutela della biodiversità, un ripensamento del Welfare…
No, non è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza revisionato dal gigante mondiale della consulenza McKinsey, che il ministero dell’Economia ha arruolato per rivedere il Piano elaborato dal governo Conte.
Si tratta del Recovery Planet, ( https://drive.google.com/file/d/1QTbzXaWZcWeI-nvDh_SH4ciBumfaTuJn/view )il piano alternativo cui più di mille tra realtà associative e singole persone hanno lavorato per settimane e che è stato presentato in aprile scorso.
Il Recovery Planet è l’esito di un grande processo partecipato iniziato lo scorso anno, con diverse realtà, alcune delle quali invitate a partecipare agli Stati generali, hanno cominciato a pensare all’idea di un “luogo” di condivisione e convergenza di istanze e di lotte.
La risposta è stata sin da subito forte e dopo qualche mese ha dato i suoi primi frutti con un manifesto, (https://societadellacura.blogspot.com/2020/10/manifesto-uscire-dalla-economia-del.html)che è un po’ la cornice del lavoro; una sorta di manovra di bilancio, con tutte le priorità sulle quali il Paese dovrebbe investire; e infine il Recovery Planet, risultato del lavoro di 14 gruppi tematici a ognuno dei quali ha partecipato da un minimo di 40 a un massimo di 80 persone, tra lavoratori, sindacalisti, attivisti…».
Un documento che, fatte proprie tutte le lezioni delle crisi degli ultimi anni (da quella economica a quella ambientale passando per quella democratica), mira alla costruzione di un altro modello di sociale: una società della cura (e “Società della cura” è anche il nome che si è dato questo percorso, a cui abbiamo aderito come Redazione di Red on Green – Pagine Ecosocialiste), che sia cura di sé, delle altre e degli altri, dell’ambiente e delle generazioni che verranno.