Puntare sul caos climatico. Il rapporto 2022 sulla finanza dei combustibili fossili

Questo articolo (apparso sul sito https://ecor.network/) illustra i contenuti del rapporto Banking on Climate Chaos 2022: Fossil Fuel Finance Report, pubblicato lo scorso mese a cura di una serie di organizzazioni che si occupano di questioni ambientali (Oil Change International, Rainforest Action Network, BankTrack, Indigenous Environmental Network, Reclaim Finance, Sierra Club, Urgewald). (Red).

Il finanziamento dei combustibili fossili da parte delle 60 banche più grandi del mondo ha raggiunto $ 4,6 trilioni di dollari nei sei anni successivi all’adozione dell’accordo di Parigi, con $ 742 miliardi di finanziamento dei combustibili fossili nel solo 2021.
Questo rapporto esamina i finanziamenti delle banche commerciali e di investimento all’industria dei combustibili fossili – considerando nel complesso il loro ruolo di primo piano nel prestito e nella sottoscrizione di emissioni di debito e azioni – e rileva che anche in un anno in cui gli impegni verso lo zero netto erano di gran moda, il settore finanziario ha continuato il suo business-as-usual dirigendoci verso il caos climatico.

Il finanziamento dei combustibili fossili si è stabilizzato lo scorso anno, nel mezzo di una ripresa tardiva dalla pandemia di COVID-19, ma a livelli ancora superiori rispetto al 2016, il primo anno dopo l’adozione dell’accordo di Parigi.
Questi risultati sottolineano la necessità per le banche di attuare immediatamente politiche che mettano fine ai loro finanziamenti per l’espansione dei combustibili fossili e inizino ad azzerare del tutto il loro sostegno. Il finanziamento complessivo dei combustibili fossili rimane dominato da quattro banche statunitensi – JPMorgan Chase, Citi, Wells Fargo e Bank of America – che insieme rappresentano un quarto di tutti i finanziamenti dei combustibili fossili identificati negli ultimi sei anni.

RBC è la peggiore istituzione bancaria canadese per i combustibili fossili, Barclay il peggiore in Europa e MUFG il peggiore in Giappone. Queste banche possono pubblicizzare i loro impegni nell’aiutare i loro clienti nella transizione, eppure le 60 banche descritte in questo rapporto hanno incanalato 185,5 miliardi di dollari solo l’anno scorso nelle 100 società che hanno fatto di più per espandere il settore dei combustibili fossili, come Saudi Aramco ed ExxonMobil, anche quando risulta chiaro che non possiamo permetterci alcuna nuova fornitura o infrastruttura di carbone, gas o petrolio.
Banking on Climate Chaos 2022 valuta anche i finanziamenti bancari per le aziende leader in alcuni settori che sono sotto i riflettori per i combustibili fossili e mette in evidenza le comunità che combattono i progetti in questi settori che minacciano le loro vite e i loro mezzi di sussistenza.

Riguardo alle banche che vanno invece nella giusta direzione, la francese La Banque Postale ha fissato il livello delle politiche petrolifere e del gas, pubblicando nel 2021 un impegno a porre fine ai finanziamenti per tutte le società che espandono petrolio e gas e ad uscire completamente dal settore entro il 2030. Banche come Crédit Agricole e Nordea Bank hanno assunto impegni simili sul carbone.
I loro colleghi globali devono assumersi il compito cruciale di porre fine immediatamente ai finanziamenti per l’espansione dei combustibili fossili e iniziare ad eliminare gradualmente tutti gli altri finanziamenti legati ai combustibili fossili, per non condurre ulteriormente il nostro mondo verso un disastro climatico.

In un anno che ha visto un’attenzione senza precedenti riguardo al ruolo delle banche nel trainare il cambiamento climatico, uno degli sviluppi più importanti è passato in gran parte inosservato: La Banque Postale, una delle principali banche francesi con $ 901,7 miliardi di attività 1, ha annunciato una politica rivoluzionaria che sospende il sostegno per tutte le società che promuovono l’espansione del petrolio e del gas e s’impegna a rinunciare completamente al finanziamento del petrolio e del gas entro il 2030. 2
Questa policy stabilisce un nuovo traguardo che ogni grande banca dovrebbe raggiungere in questo decennio cruciale per il clima.
I combustibili fossili già in produzione o le cui infrastrutture sono già in costruzione (i pozzi già perforati o in fase di perforazione, le miniere già scavate) comporterebbero emissioni potenziali tali da portare il riscaldamento globale del pianeta ben oltre i 2°C. Il petrolio e il gas già in produzione esauriscono da soli l’1,5 del bilancio del carbonio. 3

L’esperienza ci mostra che nuovi giacimenti di petrolio, gas e carbone, una volta sviluppati, sono vincolati: c’è una pressione schiacciante per sfruttarli completamente. Inoltre l’ampliamento o la creazione di nuove infrastrutture dei combustibili fossili spinge verso l’aumento dell’estrazione.
La conclusione evidente è che semplicemente non possiamo permetterci di sviluppare petrolio, gas o carbone: nessun nuovo giacimento di petrolio e gas, nessuna nuova miniera di carbone, nessun ampliamento o costruzione di nuovi oleodotti e gasdotti, nessun nuovo terminale GNL, nessuna nuova centrale termoelettrica a carbone.

Qualsiasi banca che sostiene qualsiasi impresa coinvolta nell’espansione dei combustibili fossili sta guidando verso il caos climatico.
Diverse banche globali hanno stabilito politiche che vietano il finanziamento di alcune società coinvolte nell’espansione del settore del carbone, a cui si sono aggiunte nel 2021 La Banque Postale, Nordea Bank e Intesa SanPaolo. 4
Citibank, la più grande banca al di fuori della Cina coinvolta nei finanziamenti delle centrali a carbone, negli ultimi sei anni 5 ha adottato una versione annacquata di tale politica, e non è stata raggiunta, neanche in quel modesto passo, da nessuno dei suoi colleghi di Wall Street. 6
Ma per quanto sia fondamentale per l’economia globale uscire dal carbone, i finanziamenti alle società minerarie e del carbone rappresentano solo il 4% circa dei prestiti e delle sottoscrizioni a favore dei combustibili fossili considerate da questo rapporto, mentre il 26% è andato ad utilities, compresi impianti termoelettrici a carbone – superato dal 67% (circa) indirizzato al petrolio e al gas (il restante 4% è andato a società diversificate che non sono principalmente legate né a petrolio e gas né al carbone).
Peraltro, è fondamentale vietare il corporate financing [gli investimenti di capitale da parte delle imprese NdT] verso società che espandono il settore dei combustibili fossili: negli ultimi sei anni anche le politiche più forti attuate per limitare il finanziamento specifico di progetti sono state applicate solo al 5% (circa) dei finanziamenti dei combustibili fossili, il che è semplicemente insufficiente. 7

Le più grandi banche coinvolte nel sostegno ai combustibili fossili hanno invece compiuto passi molto più grandi, dandosi pacche sulla spalla mentre ritardavano una seria azione per il clima.
Il 2021 è stato l’anno dello zero netto: 44 delle 60 banche oggetto di questo rapporto si sono impegnate a raggiungere “emissioni pari allo zero nette entro il 2050”, ovvero a ridurre le emissioni delle aziende e dei progetti che finanziano, anche includendo potenzialmente l’uso di compensazioni, entro tre decenni 8.
Ad aprile sono state lanciate la Net-Zero Banking Alliance e l’iniziativa Glasgow Finance Alliance for Net Zero (GFANZ), seguite a novembre dall’annuncio autocelebrativo sul fatto che il capitale impegnato in GFANZ aveva superato i 130 trilioni di dollari. 9
Sebbene l’assunzione di responsabilità delle banche in merito al loro impatto sul clima sia la benvenuta, così come l’impostazione della loro direzione di marcia a lungo termine, l’adozione di impegni a lungo termine non può però servire da copertura per il proseguimento a breve termine del business as usual.
Se questo succedesse, sarebbe solamente greenwashing.
Lo “zero netto” minaccia inoltre di consolidare un sistema di compensazioni che mette in pericolo i diritti umani e la natura, non riduce le emissioni e ritarda le necessarie riduzioni delle emissioni in altre situazioni. 10

Nel maggio 2021, l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) – i cui report sono stati felicemente approvati dalle banche e dai loro clienti legati ai combustibili fossili, fintanto che fornivano copertura per il business as usual – ha pubblicato il suo primo scenario in cui espone ciò che sarebbe necessario per l’allineamento con lo zero netto entro il 2050. La conclusione principale di quello scenario era che “non sono necessari nuovi giacimenti di petrolio e gas” in uno scenario di 1,5°C [di aumento della temperatura globale, NdT] , oltre al fatto che anche l’ampliamento o la creazione incessante di nuove miniere di carbone e di nuove centrali a carbone sono al di fuori del bilancio climatico di 1,5°C. 11

A parte La Banque Postale, nessuna delle banche che si sono impegnate a raggiungere lo zero netto – considerate in questo rapporto – ha escluso finanziamenti per le società che espandono petrolio e gas.
In effetti, le banche considerate da questo rapporto che si sono impegnate a raggiungere lo zero netto entro il 2050 – 44 su 60 – hanno fornito finanziamenti per 145,9 miliardi di dollari nel 2021 alle 100 società che hanno fatto di più per espandere petrolio, gas e carbone. 12

Questi finanziamenti hanno incluso $ 11,6 miliardi alla QatarEnergy, $ 13 miliardi alla Saudi Aramco e $ 10 miliardi all’ ExxonMobil. 13, società che sono rispettivamente al primo, terzo e quarto posto per il sostegno dell’espansione di petrolio e gas, con un totale di 42,7 miliardi di barili di petrolio equivalente in fase di sviluppo o valutazione sul campo nel 2021. 14

Nel complesso, i finanziamenti bancari per i combustibili fossili sono rimasti invariati dal 2020 al 2021. Visto che l’economia continua a riprendersi dalla pandemia di COVID-19, esiste il pericolo reale che i finanziamenti bancari per i combustibili fossili possano rimanere gli stessi, o addirittura aumentare, dato che la maggior parte delle principali banche non ha politiche in atto per garantire che il finanziamento dei combustibili fossili diminuisca in futuro.

Le banche statunitensi continuano a essere il peggior raggruppamento di banche fossili, con i primi quattro finanziatori di combustibili fossili al mondo (JPMorgan Chase, Citibank, Wells Fargo e Bank of America) tutti con sede negli Stati Uniti, affiancati da Morgan Stanley e Goldman Sachs fra i primi 14. 15
Insieme, queste sei banche hanno fornito il 29% del finanziamento dei combustibili fossili individuato nel 2021 e il 31% del finanziamento dei combustibili fossili dall’accordo di Parigi, una scoperta che è assolutamente incompatibile con le aspirazioni degli Stati Uniti di essere un leader globale in materia di clima.16
Wells Fargo e JPMorgan Chase hanno entrambi aumentato i finanziamenti per i combustibili fossili nel 2021. Le banche canadesi continuano a essere sovra rappresentate nella sporca dozzina delle peggiori banche fossili dai tempi dell’accordo di Parigi, con RBC, Scotiabank e TDall tra le prime 12. Sorprendentemente, questo trio, più la Bank of Montreal e la CIBC, hanno tutte aumentato i finanziamenti per i combustibili fossili dal 2020 al 2021.

Il Giappone è l’altro paese che presenta due banche tra le 12 peggiori, con MUFG e Mizuho rispettivamente al 6° e 8° posto. Entrambe hanno aumentato il finanziamento dei combustibili fossili anche nel 2021. Barclays continua ad essere la peggiore nel Regno Unito, al 7° posto a livello mondiale, e BNP Paribas è la peggiore nell’Europa continentale, all’undicesima posizione.
Tra i sotto-settori principali, tutti hanno registrato un leggero calo dei finanziamenti dal 2020 al 2021, con l’eccezione delle centrali termoelettriche a carbone – per cui il finanziamento è rimasto pressoché invariato- nonché del petrolio estratto dalle sabbie bituminose, che è aumentato di un allarmante 51%, principalmente a causa dell’aumento dei finanziamenti per produttori come Suncor Energy e Cenovus Energy e per società che gestiscono oleodotti come Inter Pipeline e Enbridge.17
RBC è stata la banca peggiore per le sabbie bituminose nel 2021 e la China Merchants Bank la peggiore per le centrali termoelettriche a carbone.

Nel 2021 i prestiti e le sottoscrizioni a favore dei combustibili fossili hanno portato a scioccanti violazioni dei diritti umani, in particolare nelle comunità indigene e di afrodiscendenti.
E le comunità che hanno dovuto affrontare questi impatti hanno continuato a resistere: dal movimento australiano #StopAdani, ai campi che si oppongono all’oleodotto Line 3 della Enbridge negli Stati Uniti, alla crescente coalizione per fermare l’oleodotto dell’Africa orientale fra Uganda e Tanzania.
Una selezione di questi progetti distruttivi e delle persone che li combattono sono mappati in questo rapporto, all’indirizzo BankingonClimateChaos.org/case-studies si possono ascoltare direttamente le comunità interessate dal finanziamento dei combustibili fossili.

Abbiamo già sprecato un quarto del decennio cruciale per il clima, rendendo più urgente che mai l’obiettivo generale di ridurre della metà le emissioni globali di carbonio entro il 2030.
Come ha affermato l’ Intergovernmental Panel on Climate Change in uno dei suoi ultimi rapporti, “qualsiasi ulteriore ritardo nell’azione globale, preventiva e concertata sull’adattamento e sulla mitigazione, renderà ancora più piccola la finestra per garantire a tutti un futuro vivibile e sostenibile, una finestra che si chiuderà molto presto”. 18
Comunque, l’industria dei combustibili fossili deve ancora invertire la curva verso quell’obiettivo minimo indispensabile entro il 2030. Ma il passo cruciale per mettersi sulla strada giusta è chiaro: la fine immediata di nuovo petrolio, gas e carbone. Nel 2022, ogni banca deve rendere la fine dell’espansione dei combustibili fossili una precondizione esplicita per qualsiasi sostegno finanziario, iniziando anche ad azzerare del tutto i finanziamenti per il settore.

1) David Feliba and Rehan Ahmad, “The World’s 100 Largest Banks, 2021,” S&P Global, 12 aprile 2021, p. 2.
2) “La Banque Postale Is Stepping Up Its Decarbonisation Strategy,” La Banque Postale, 14 ottobre 2021; “French Bank La Banque Postale Quits Oil & Gas, Sets International Precedent,” Reclaim Finance, 14 ottobre 2021.
3) Bronwen Tucker and Nikki Reisch, “The Sky’s Limit Africa: The Case for a Just Energy Transition From Fossil Fuel Production in Africa,” Oil Change International, October 2021, p. 13; Greg Muttitt, “The Sky’s Limit: Why the Paris Climate Goals Require a Managed Decline of Fossil Fuel Production,” Oil Change International, 22 settembre 2016.
4) Coal Policy Tool, Reclaim Finance, ultimo accesso marzo 2022.
5) Vedi pag. 62.
6) “Citi Becomes First U.S. Bank to Restrict Financing for Companies Expanding Coal Power,” Rainforest Action Network, 15 March 2021.
7) Vedi pag. 19. Oltre a qualsiasi finanziamento relativo al progetto identificato tramite il Terminal Bloomberg, sono stati ricercati ulteriori accordi di finanziamento di progetti nei settori del GNL e dell’energia a carbone utilizzando IJGlobal, un database di progetto finanziario. Ulteriori ricerche su questo database potrebbero aver fornito una portata più ampia di finanziamenti relativi ai progetti; tuttavia, la stragrande maggioranza del finanziamento dei combustibili fossili rimane a livello aziendale.
8) “Members,” Net-Zero Banking Alliance, accessed March 2022; “Net Zero Banking Alliance Germany,” Green and Sustainable Finance Cluster Germany, ultimo accesso Marzo 2022.
9) “Amount of Finance Committed to Achieving 1.5°C Now at Scale Needed to Deliver the Transition,” Glasgow Financial Alliance for Net Zero, 3 novembre 2021.
10) Vedi, “The Amazon Rainforest-Sized Loophole in Net Zero,” Amazon Watch, luglio 2021; “COP26 Glasgow: What’s Needed Now to Avert Climate Chaos,” Rainforest Action Network, ottobre 2021.
11) “Net Zero by 2050: A Roadmap for the Energy Sector,” IEA, maggio 2021.
12) See page 34. “Members,” Net-Zero Banking Alliance, accessed March 2022; “Net Zero Banking Alliance Germany,” Green and Sustainable Finance Cluster Germany, ultimo accesso marzo 2022.
13) Il dataset completo è disponibile per il download su bankingonclimatechaos.org
14) “Global Oil & Gas Exit List,” urgewald e.V., novembre 2021.
15) Vedi pag. 8.
16) Queste sei banche insieme hanno fornito $ 220,5 miliardi di finanziamenti per combustibili fossili nel 2021 (su $ 749,8 miliardi) e $ 1,43 trilioni di finanziamenti per combustibili fossili dal 2016 al 2021 (su $ 4,59 trilioni). Vedi pag. 8.
17) Vedi pag. 40, and bankingonclimatechaos.org per il dataset completo.
18) “Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability: Summary for Policymakers,” Intergovernmental Panel on Climate Change, febbraio 2022, p. 35.

 

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