Traduzione di Matilde Revelli

 

Dai tempi dell’Accordo di Parigi, le mega-banche hanno investito 6,9 mila miliardi di dollari in combustibili fossili.

Dalla firma dell’Accordo di Parigi nel 2016, le 60 principali banche mondiali hanno versato 6,9 mila miliardi di dollari per finanziare l’industria dei combustibili fossili. Quasi la metà, $3,3 mila miliardi, è servita per finanziare l’espasione di questa industria. $705 miliardi e $347 miliardi hanno rispettivamente finanziato l’industria e la sua espansione solo nel 2023. Il quindicesimo rapporto annuale “Banking on Climate Chaos” [“Sbancare sul caos climatico”, N.d.T.] oltrepassa il greenwashing per denunciare le attività delle 60 più grandi banche mondiali di prestito e copertura ad oltre 4200 compagnie legate ai combustibili fossili.

JPMorgan Chase è il primo finanziatore di combustibili fossili al mondo del 2023, avendo donato $40,8 miliardi ad aziende nel settore, mentre la Mizuho è balzata al secondo posto del rapporto sia per i finanziamenti dati all’industria ($37 miliardi) che alla sua espansione ($18,8 miliardi). La banca con il maggiore capitale investito dai tempi dell’Accordo è Citibank, la quale ha fornito $204 miliardi dal 2016 ad oggi.

Negli ultimi tempi, alcune banche hanno aumentato la propria esposizione ai rischi climatici abbandonando alcune (fiacche) politiche promulgate precedentemente. La Bank of America, terza nella lista dei peggiori finanziatori 2023, è un esempio lampante: i limiti alle trivellazioni nella regione artica, al carbone termico e alle centrali a carbone sono stati rimossi. Inoltre, l’azienda non pubblica la propria classe energetica né gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel breve periodo e ha abbandonato i Principi dell’Equatore. Al momento della pubblicazione del rapporto menzionato sopra, Bank of America è l’unica che presenta tutte queste politiche fallimentari nello stesso momento.

 

Il rapporto mostra un alto tasso di finanziamento da parte delle banche verso le industrie più dannose per il clima. Nel 2023, i maggiori finanziatori di estrazioni di sabbia sono stati CIBC, RBC, Scotiabank, Toronto-Dominion Bank e Mizuho. Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG) ha investito 512 milioni di dollari in anziende che si occupano di trivellazioni offshore a grandi profondità. JPMorgan Chase ha versato $6 miliardi nel fracking, mentre CITIC ha supportato l’estrazione di carbonio con $7,6 miliardi. Le 60 banche con i più alti valori di asset non hanno avuto problemi a finanziare pratiche che danneggiano biomi sensibili: UniCredit ha impegnato 265 milioni di dollari ad aziende che si occupano di trivellazioni della regione artica, mentre la Bank of America si è impegnata con compagnie che estraggono olio e gas in Amazzonia per un totale di $162 milioni.

“Banking on Climate Chaos” è stato scritto dalla Rainforest Action Network, BankTrack, il Center for Energy, Ecology, and Development, la Indigenous Environmental Network, Oil Change International, Reclaim Finance, Sierra Club, e Urgewald. È sottoscritto da 589 organizzazioni in 69 Paesi.

Conclusioni chiave

 

  • Nel 2023, le 60 principali banche hanno globalmente impegnato 705 miliardi di dollari in attività legate ai combustibili fossili, portando il totale a $6,9 miliardi dai tempi dell’Accordo di Parigi.
  • Queste banche hanno impegnato in totale $347 miliardi di dollari nel 2023 e $3,3 mila miliardi dal 2016 in aziende espansive, ovvero compagnie con piani di espansione in abse alla Global Oil & Gas Exit List e la Global Coal Exit List.
  • Nel 2023, JPMorgan Chase è il primo finanziatore al mondo di combustibili fossili. La banca ha aumentato il capitale investito da $38,7 a $40,8 miliardi tra il 2022 e il 2023.
  • Mizuho si trova al secondo posto, avendo aumentato i propri investimenti da $35,4 a $37 miliardi di dolari tra il 2022 e il 2023. Mizuho è salita di quattro posti nel ranking generale, dal sesto posto che occupava nel 2022.
  • JPMorgan Chase si classifica come la peggiore tra le banche che nel 2023 hanno finanziato aziende con piani di espansione dei combustibili fossili, secondo il Global Oil & Gas Exit List e il Global Coal Exit List. I loro impegni finanziari sono aumentati da $17,1 miliardi nel 2022 a $19,3 miliardi nel 2023. Mizuho si classifica seconda per finanziamenti ad aziende con piani di espansione ($18,8 miliardi).
  • Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG) ($15,4 miliardi) si posiziona al terzo posto tra i finanziatori di aziende di espansione dei combustibili fossili nello scorso anno. Il quarto posto è condiviso da Royal Bank of Canada (RBC) ($14,9 miliardi), Scotiabank ($14,8 miliardi), Bank of America ($14,7 miliardi) e Citi ($14,6 miliardi), ciascuna delle quali ha impegnato più di $14,5 miliardi per aziende in espansione. Citi si classifica come il peggior finanziatore di aziende di espansione dei combustibili fossili per il periodo 2016-2023.
  • Il finanziamento totale impegnato per aziende con capacità di importazione ed esportazione di gas metano (GPL) è aumentato da $116,0 miliardi nel 2022 a $121,0 miliardi nel 2023.
  • Mizuho e MUFG, due delle tre grandi banche giapponesi, dominano le tabelle di finanziamento dell’import/export di metano (GPL), fornendo rispettivamente $10,9 miliardi e $8,4 miliardi ad aziende in espansione nel settore.
  • I prestiti costituiscono il 58% dei finanziamenti in questo rapporto nel 2023, in calo rispetto al 65% nel 2022. Il totale della sottoscrizione di obbligazioni a sostegno dei combustibili fossili è aumentato da 2022 a 2023 di $24,3 miliardi, mentre i prestiti sono diminuiti di $97,1 miliardi nello stesso periodo.
  • I finanziamenti per acquisizioni sono saliti a $63,3 miliardi nel 2023, il valore più alto dal 2020, poiché l’industria del petrolio e del gas sta attraversando un’ondata di consolidamenti e acquisizioni.
  • Le sei grandi banche statunitensi (JPMorgan Chase, Wells Fargo, Bank of America, Goldman Sachs, Citigroup e Morgan Stanley) sono i principali finanziatori delle attività di gas da fracking. Le successive cinque hanno sede in Canada e negli Stati Uniti: Royal Bank of Canada, CIBC, US Bancorp, Scotiabank e Toronto-Dominion Bank.
  • Il 15,4% dei finanziamenti per valore nominale emessi nel 2023 scade dopo il 2030; il 3,7% scade dopo il 2050. I finanziamenti per l’estrazione o l’infrastruttura dei combustibili fossili che scadono dopo il 2030 rischiano di diventare “stranded asset”. I finanziamenti che scadono dopo il 2050 sollevano serie domande sugli impegni climatici degli emittenti e delle banche.
  • In termini di politiche delle banche, solo alcune hanno aggiunto nuove politiche di esclusione dei combustibili fossili nel 2023. Alcune nuove politiche in banche europee e australiane limitano il finanziamento di progetti a nuovi giacimenti di petrolio e gas convenzionali, il che è uno sviluppo positivo. Purtroppo, diverse banche, tra cui Bank of America e PNC, hanno revocato le loro precedenti esclusioni nel 2023.
  • Le banche continuano a dare priorità agli obiettivi net zero, anche se le prime ricerche suggeriscono che questi obiettivi, come altre politiche bancarie, lasciano delle scappatoie per il finanziamento continuo dei combustibili fossili.

Fonte https://climateandcapitalism.com/2024/06/11/biggest-banks-invest-6-9-trillion-in-fossil-fuel-industry/

 

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